Adoravo quella testa antica
legata plasticamente a doppio giro,
predicava la passione cruda del momento
e lasciava cadaveri tra la folla muta.
Chiesi l’ultimo favore
al destino sazio di lacrime e umori
mai pago di parassiti e disperazione.
Guardo la testa con le vene ancora calde
stanca della danza immorale che mi strazia
e non so se il trofeo immondo