Ho sempre combattuto il culto del dolore, della redenzione e soprattutto la convinzione della Natura buona, giusta. Ma imparare la pazienza e fidarsi della vita è qualcosa di diverso, di estremamente illuminista e moderno. Sto sperimentando le estati con la compagnia dei postumi chirurgici, del corpo in revisione e anche della violenza che si abbatte sulla propria fisicità come un blitz in un covo di ladri. Qualcosa di premeditato che arriva come un fulmine e mette a soqquadro i piani e la stessa intimità. La pazienza, questa sconosciuta. Praticandola con fede non può che ricambiare tanta devozione con flussi di energia preziosa, sensazioni di benessere, abbandono mistico alla perfezione dell’esistenza. Un passo dopo l’altro, i momenti che trascorrono con la propria nudità, la completezza del destino: basta solo considerare ogni fermo tecnico come una grande opportunità.
Ph. Fabrizio Tedeschi